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Trasformazione o transizione digitale?


Per la maggior parte delle persone che hanno un rapporto strumentale con la tecnologia questa differenza può apparire superflua. L’uso degli strumenti digitali è spesso parziale o incompleto e non viene gestito a livello sistemico tra tutte le attività.

Organizzazione aziendale, strumenti e risorse, comunicazione interna ed esterna sono ormai aspetti sinergici di aziende in sintonia con il millennio appena iniziato, un’era i cui parametri di funzionamento non sono più quelli ai quali si era abituati nel secolo passato.

Ma cosa significano transizione e trasformazione digitale?

Per transizione digitale intendiamo l’insieme di soluzioni e metodologie che hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle attività umane (individuali o di business) attraverso l’utilizzo di strumenti e tecnologie digitali, per esempio automatizzando processi, adottando software etc.

Il contesto è sviluppato principalmente su aspetti specifici o settori isolati dell’organizzazione, cercando di incorporare le tecnologie digitali per ottimizzare e migliorare le performance dei processi già esistenti, senza particolari stravolgimenti strutturali.

Per trasformazione digitale invece si intende agire in maniera strategica e strutturale, ridefinendo l’intera organizzazione, operando una ricostruzione dei processi e delle attività partendo da un cambiamento culturale.

La trasformazione digitale necessita di una evoluzione in termini di leadership.

Le imprese che praticano ristrutturazioni complete della propria organizzazione lavorano principalmente con le persone e per le persone in modo tale che siano i collaboratori a creare quella differenza che poi rende il loro business efficiente.

“Il bene è nemico del meglio” (Jim Collins)

I dati statistici dimostrano che le imprese che hanno intrapreso percorsi di rinnovamento strutturale partendo da una posizione di mediocrità, hanno generato aspettative dirompenti ed esponenziali. Se una cosa va bene può anche migliorare ma generalmente chi si trova in una condizione di sufficienza è più resistente ai cambiamenti e pertanto sarà meno propenso ad effettuare modifiche radicali.

La mission per i prossimi anni è introdurre cambiamenti radicali e innovazioni profonde, aprendo nuove opportunità di crescita che possono andare oltre le aspettative più prudenti.

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